Dopo aver visto la prima immagine in campo profondo dal telescopio James Webb

È facile di sentirsi piccola. Quando osservo il cielo, quando la sera è tranquilla e buia, vedo lo spazio e mi stupisco. Non capisco come il cosmo si espanda sempre. Se potessi vivere due miliardi di anni da qualche parte non su questo mondo, potrei guardare il nostro sole evolvere: da una stella nana gialla, poi una gigante rossa, poi una stella nana bianca, e alla fine una nebulosa planetaria. Ci vogliono otto minuti perchè la luce del nostro sole arrivi qui. È misteriosa. Sempre il passato nel presente. Quante stelle sono solo fantasmi di luce?

Come sono banali, le cose qui: un piatto di uova deliziose, le formiche in fila, la pioggia sull’asfalto. Come capacitarsi del senso di galassie che sembrano stelle singole? Se la Via Lattea ha un diametro di 100.000 anni luce, e un anno luce è 5,8 bilioni di miglia, quanto tempo ci vuole prima che i numeri perdano senso?

Il cervello umano ha più collegamenti, più sinapsi, delle stelle nel cielo. 86 miliardi di neuroni; 100 miliardi di stelle nelle Via Lattea, mille bilioni di sinapsi. Ci sono 7 trilioni di granelli di sabbia. Proprio adesso ci sono 8 miliardi di persone che respirano, battono le palpebre, replicano le cellule. Dato che i numeri sono giganteschi, perdono significato. Mi perdo in un labirinto che ho creato. I granelli di sabbia, i neuroni, le persone. Tutto senza significato.

Nell’immagine in campo profondo, le stelle con otto punte sono quelle troppo vicine per meravigliare. Quelle stelle sono banali come il miracolo del sorgere del sole. Il miracolo della nascita. Nell’immagine il significato è la curvatura delle galassie, come si piega la luce, i colori della luce. Ora possiamo vedere 13 miliardi di anni nel passato, vicino all’inizio—o alla fine—di tutto. Gli atomi nel mio corpo si riscaldano e rimbalzano all’interno dei loro stessi spazi vuoti. Sono tutti momenti di spazi vuoti. Mi sembra che i terrori e le meraviglie dello spazio siano davvero lo sbalordimento, il concetto del sublime. Sto imparando ad accettare questi momenti insignificanti, in cui siamo solo polvere nella luce, ed io permetto allo spazio di avvolgermi, di inghiottirmi completamente.

Translated by Jenne Knight